In questo senso l’Anci propone di rivedere l’attuale gestione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale prevedendo – ha ribadito l’assessore riminese – un cofinanziamento e un intervento direttamente rivolto agli enti locali, a partire dai Comuni capoluogo di provincia”. Ma accanto ai finanziamenti per l’Associazione sono essenziali tutta una serie di azioni complementari, a partire dall’educazione stradale nelle scuole.
“L’Anci si è molto impegnata in queste attività realizzate dalle Polizie Locali negli istituti dal nord al sud del Paese, dalla scuola primaria fino alla secondaria di secondo grado. Nel 2018 – ha spiegato Frisoni – sono 37mila le ore di educazione stradale nelle 132 città, che hanno visto il coinvolgimento di oltre 4mila le scuole, con una particolare attenzione alle scuole primarie. Mentre sono più di mille le scuole che sono state coinvolte in eventi di sensibilizzazione esterni e in campagne di comunicazione”.
Per finalizzare quest’attività “proponiamo la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa con il Miur per organizzare un’offerta formativa dedicata all’educazione stradale, anche nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica”.
Infine, le forme di trasporto alternative ai mezzi privati, da sviluppare in particolari periodi dell’anno o in orari notturni. “Come Anci – ha sottolineato l’assessore riminese – riteniamo positiva la proposta di prevedere un Fondo con risorse dedicate da ripartire tra gli enti locali per incentivare un’offerta di trasporto convenzionato con aziende del trasporto pubblico locale, taxi e servizi di noleggio con conducente per le fasce notturne in particolare nei week end”. Su questo versante “vi sono già esperienze territoriali sul tema, come i c.d. ‘Disco taxi’ o ‘Un taxi per amico’, che costituiscono delle buone pratiche locali replicabili sui territori”, ha concluso Frisoni.
Fonte: Anci.it