P.a., iter disciplinari a picco
Francesco Cerisano – Italia Oggi – In collaborazione con Mimesi s.r.l.
Il Covid ha dimezzato i procedimenti disciplinari nella p.a. Nei primi otto mesi del 2020 le procedure aperte si sono ridotte del 48,6% rispetti allo stesso periodo del 2019. E con gli uffici pubblici svuotati a causa del virus e i dipendenti a casa in smart working, anche i cosiddetti «furbetti del cartellino» sono quasi scomparsi. Tanto che si sono quasi azzerate le azioni per falsa attestazione delle presenze, calate dell’80,9%. È quanto emerge da un report della Funzione pubblica che, alla fi ne del secondo quadrimestre 2020, ha tirato le somme sulle azioni disciplinari a carico dei dipendenti. Fino al 31 agosto 2020 le pubbliche amministrazioni hanno trasmesso 4.395 comunicazioni di avvio di procedimento. Di essi 2.334 sono stati conclusi, 1.354 sono ancora in corso e 707 sono sospesi per procedimento giudiziario. Dei 2.334 conclusi, 608 hanno dato luogo all’irrogazione di sanzioni gravi con 97 licenziamenti e 511 sospensioni dal servizio. Sono stati invece 21 i procedimenti avviati per falsa attestazione della presenza in servizio (cosiddetti «furbetti del cartellino»): 8 si sono conclusi con la sospensione del servizio, 6 sono ancora in corso, 5 sono stati archiviati a seguito di modifi ca dell’addebito iniziale, uno si è concluso con il licenziamento e un altro è sospeso per procedimento penale. Al primo posto nella classifi ca dei procedimenti disciplinari avviati c’è la p.a. centrale. I dipendenti di palazzo Chigi, dei ministeri e dell’avvocatura dello stato sono stati coinvolti in 724 procedimenti. Al secondo posto (722 iter avviati) ci sono le scuole di ogni ordine e grado, al terzo le aziende sanitarie locali con 588 pratiche istruite, seguite dalle aziende ospedaliere con 556, dalle regioni con 202 e dalle agenzie fiscali con 108. Per quanto riguarda le false attestazioni delle presenze in servizio, invece, il triste primato spetta alle città metropolitane con 10 procedimenti avviati. In testa nella classifica dei licenziamenti ci sono gli istituti zooprofi lattici (144), seguiti dalle camere di commercio (118), dalle aziende pubbliche di servizi alla persona (98) e dalle province (89). Gli enti intermedi sono però anche quelli che hanno dato luogo al maggior numero di archiviazioni e proscioglimenti (127). Su 511 provvedimenti di sospensione irrogati, 347 (pari al 68%) derivano da inosservanza alle disposizioni di servizio, negligenza o comportamenti non corretti verso superiori, colleghi o utenti, mentre 83 sospensioni (pari al 15%) sono state disposte per assenze ingiustifi cate dal servizio. Le assenze ingiustifi cate costituiscono invece la causa principale di allontanamento dagli organici pubblici, visto che hanno originato 39 licenziamenti sul totale di 97 (pari al 40%). Le false attestazioni delle presenze hanno portato al licenziamento solo in 15 casi. «L’azione disciplinare non si è mai arrestata, nemmeno durante il periodo del lockdown», ha commentato la ministra per la funzione pubblica Fabiana Dadone. «L’opera di vigilanza dell’Ispettorato di Funzione pubblica, che garantisce l’imparzialità e il buon andamento della p.a., è resa più effi ciente dalla svolta digitale che ha riguardato le procedure di trasmissione dei dati, grazie all’implementazione, dal primo gennaio scorso, di «Procedimenti Disciplinari», la banca dati presente sul portale «PerlaPa» che raccoglie le comunicazioni relative alle iniziative a carico dei dipendenti pubblici», ha spiegato la numero uno di palazzo Vidoni
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