Incidente: Il colpo di sonno dovuto a stanchezza è prevedibile
La Corte d’Appello, dopo avere dato atto delle conclusioni dell’elaborato peritale per cui la causa del sinistro doveva ritenersi legata ad un colpo di sonno o ad un malore improvviso, concludeva per l’esclusione del malessere improvviso. I giudici di secondo grado, infatti, ritenevano ben ipotizzabile che la causa fosse stata anche una mera distrazione, dovuta alla stanchezza derivante dall’ora, dalla mancanza di riposo e dalla fatica per la giornata e la serata trascorsa fuori casa, mentre sostenevano che nulla indicasse l’esistenza di un qualche malore improvviso ed inabilitante.
Di conseguenza, tutti gli elementi concreti relativi al caso di specie facevano concludere i giudici per la configurabilità del colpo di sonno, dovuto alla stanchezza ed all’ora tarda, rispetto al malessere improvviso, tesi del tutto ipotetica e sfornita di prova.
Non coglie dunque nel segno la censura del ricorrente, che, sul punto, tende a sovrapporre le due ipotesi, fra loro molto diverse. Mentre il malessere, infatti, può concretamente manifestarsi come imprevedibile, e dunque tale da escludere la responsabilità dell’agente, il colpo di sonno è al contrario una situazione patologica che consegue ad una sensazione di malessere dovuta a stanchezza e spossatezza, dunque, di norma, ampiamente prevedibile e ponderabile. In presenza di tale ultima situazione di malessere, infatti, è doveroso astenersi dalla guida, ove possa esserci il rischio della perdita di controllo del veicolo.
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