Autotrasporto; attenzione ai dispositivi truccati
In questo periodo di pandemia da COVID-19, succede che tra i molti controlli stradali sui veicoli e sulle persone, in particolare sulle disposizioni di cui al DPCM 10/04/2020, da parte degli organi di polizia stradale, capita di controllare anche il trasporto merci.
Questo è quanto accaduto ad una pattuglia in servizio del Comando della Polizia Locale del Castelli di Montecchio Maggiore, la quale nel fermare un autocarro per un controllo alle disposizioni normativa in atto e alle normativa del codice della strada, nota che sul foglio di registrazione del cronotachigrafo del medesimo veicolo, lo stesso risultava in pausa (lettino), malgrado, l’agente accertatore lo ha fermato in circolazione dinamica.
Alla richiesta di ulteriore delucidazione da parte del conducente, lo stesso si meravigliava come mai non vi fossero tracce registrate della guida sul foglio tachigrafo debitamente inserito nell’apparecchio di registrazione.
La professionalità degli operatori della Polizia Locale, in materia di controllo all’attività dell’autotrasporto merci su strada, nell’analizzare il grafico riportato nel foglio di registrazione, hanno dedotto che non poteva corrispondere alla effettiva distanza percorsa del conducente, in parole povere, a fonte di una decina o più di kilometri registrati, la stessa distanza, non corrispondeva con la tratta effettivamente percorsa del veicolo commerciale e dichiarata dal conducente.
Dall’ispezione del mezzo, gli agenti notavano un dispositivo (interruttore) anomalo, il quale poteva corrispondere ad una alterazione del cronotachigrafo analogico, per quanto concerne i tempi di guida, riposo ed interruzione.
Come dettato dalla normativa di cui all’art. 179 del C.d.S., che prevede, come nel caso di specie, quando si ha la fondatezza della manomissione della strumentazione, l’effettuazione della scorta del veicolo presso un’officina autorizzata dal MCTC, al fine di comprovare l’effettiva manomissione e nel contempo l’effettuazione dell’accertamento della funzionalità dello strumento installato.
Dall’ispezione dei tecnici assieme agli operatori, è emerso che nel veicolo era stato realizzato un impianto suppletivo tale da bloccare tutte le attività di registrazione in modo fraudolento, allo scopo di evitare sanzioni e nello stesso momento continuare a guidare in modo abusivo.
Dall’accertamento congiunto, è emerso che dall’interruttore “anomalo”, partivano dei fili collegati al dispositivo cronotachigrafo analogico e successivamente al sensore di movimento.
Considerata l’effettiva violazione alle norme sulla circolazione stradale, gli stessi sequestravano tutto l’impianto “abusivo”, obbligando l’officina al ripristino della funzionalità del cronotachigrafo come previsto dalla normativa europea vigente, sottoponendo successivamente il veicolo al controllo sulla effettiva funzionalità, nonché applicando tutte le sanzioni, amministrative e penali, previste dalla disciplina sulla circolazione stradale e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.
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