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Documento unico di circolazione: 5 domande per conoscere tutte le novitÃ
Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato, in prima lettura, il decreto attuativo di quanto previsto dalla riforma Madia (legge124/15, art.8, c.1).
A partire dal 1° giugno 2018 i veicoli che verranno immatricolati disporranno di un solo documento, che riporterà i dati dell’intestatario del mezzo. Questi faranno fede anche per l’individuazione del proprietario.
I consumatori, grazie alle misure introdotte, dovrebbero risparmiare 32€ sulle pratiche di immatricolazione. Lo sgravo arriva dall’abolizione del certificato di proprietà emesso dal Pra. Il documento, eliminato dalla riforma, era soggetto al pagamento dell’imposta di bollo.
Il resto dei costi resta invariato, in particolare l’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione), che ammonta ad un minimo di 150€ e cresce in base alla potenza dei motori.
Tutti, sostanzialmente. L’unica categoria di veicoli non interessata dalla riforma è quella di ciclomotori e microcar.
Per i veicoli già immatricolati e circolanti sulle strade italiane non cambierà nulla. Continueranno a valere i documenti usati fino ad oggi. Nel momento in cui, per un cambio di proprietà o altro motivo, diventerà necessario aggiornare i dati sulla carta, la documentazione del mezzo sarà aggiornata e verrà rilasciato il nuovo documento unico.
Sì, ma non è una novità introdotta con questo decreto. Ciò che è stato fatto introdurre cambiamenti all’art. 96 C.d.S. Con l’approvazione delle nuove regole, in caso di ritardi nel pagamento del bollo di tre o più anni, saranno le regioni ad applicare la pena prevista (la radiazione dal Pra). Queste prendono il posto dell’Aci. La misura mira a risolvere un vuoto legislativo che fin qui ha sostanzialmente impedito l’applicazione corretta della pena.
Per avere la definitiva conferma dei contenuti del decreto legislativo resta solo da aspettarne la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
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