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Nessuna aggravante per lo spacciatore che agisce in zona universitaria
Cassazione, n. 27458/2017: la zona universitaria non si qualifica come luogo in prossimità di scuole ovvero di comunità giovanili, perciò decadono le aggravanti per chi spaccia droga nei pressi degli atenei
L’imputato, sorpreso a vendere cocaina in zona universitaria, viene arrestato in flagranza dalla polizia giudiziaria. Il reato contestato è quello di cui all'art. 73, comma 5 del Testo unico sulla droga, aggravato dall’art. 80, che prevede pena aumentata “se l'offerta o la cessione e' effettuata all'interno o in prossimità di scuole di ogni ordine o grado, comunità giovanili, caserme, carceri, ospedali, strutture per la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti”.
Il G.i.p, escludendo la sussistenza della circostanza aggravante contestata, non ha convalidato l’arresto, disponendo l'applicazione della misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l'immediata liberazione dell'arrestato.
Secondo la Corte di Cassazione l’operato del G.i.p. è corretto, avendo egli escluso infine la pericolosità dell’arrestato. Inoltre, nella sua articolata e approfondita motivazione, ha sostenuto che la zona universitaria non può qualificarsi luogo in prossimità di scuole ovvero di comunità giovanili, come invece assume il pubblico ministero ricorrente.
I luoghi cui si riferisce l'aggravante devono essere interpretati in senso stretto, evitando applicazioni estensive per analogia (scuola – università), anche se ispirate all'ottenimento di un più efficace contrasto alla diffusione delle droghe a tutela di situazioni di maggiore vulnerabilità per le persone.
I giudici definiscono poi il concetto di prossimità: il legislatore, con questo termine, avrebbe individuato quelle aree esterne rispetto alle strutture citate (scuole, caserme, comunità giovanili, ecc. ecc.), che devono essere poste nelle immediate vicinanze e abitualmente frequentate dagli utenti istituzionali, siano essi studenti, militari, pazienti. Tra i luoghi indicati e le aree di prossimità deve sussistere un rapporto di relazione immediata, altrimenti non si giustificherebbe nemmeno la previsione dell'aggravante.
Nel caso in particolare il concetto di prossimità è stato inteso in senso molto ampio, facendo riferimento in maniera generale alla zona universitaria, che nel caso in questione occupa interi quartieri.
Il ricorso deve essere quindi accolto e l’arresto revocato.
Consulta la Sentenza n. 27458/2017, Corte di Cassazione
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