Aiuti di Stato, i 27 cercano un equilibrio
Beda Romano – Il Sole 24 Ore – In collaborazione con Mimesi s.r.l.
La concorrenza non sempre leale di Cina e Stati Uniti, la guerra russa in Ucraina e la pandemia da Covid-19 sono elementi tali da indurre i Ventisette a riflettere (finalmente) alla nascita di una politica industriale europea. Tutti i Paesi membri sono consapevoli dell’urgenza del tema e della necessità di maggiore intervento pubblico nell’economia. Persistono, tuttavia, opinioni e sensibilità diverse tra Paesi piccoli e grandi, ricchi e poveri, più o meno industrializzati.
Ieri a Bruxelles, i ministri delle Finanze hanno discusso nuovamente della reazione all’Inflation Reduction Act (e ai generosi sussidi offerti alle imprese americane). Secondo le informazioni raccolte a margine della riunione, sono emerse le diverse priorità nazionali: l’urgenza di avere al più presto una analisi dell’impatto dell’Ira sull’economia europea, l’importanza di salvaguardare la libera concorrenza nel mercato unico, il dialogo transatlantico.
Da Davos, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha spiegato ieri che intende presentare a breve un quadro normativo che promuova l’industria verde – il Net-Zero Industry Act. Parlando ad alcuni giornali europei tra cui Il Sole 24 Ore, il commissario al mercato unico Thierry Breton ha precisato che «il modello è il Chips Act» presentato nel 2022, e che vuole promuovere ricerca e produzione di microprocessori in Europa.
Nei fatti, l’obiettivo della Commissione europea è triplice: rispondere alla concorrenza americana, raggiungere i target ambientali, sostenere nell’Unione europea una industria innovativa. Si tratta potenzialmente di un cambiamento storico. I Trattati lasciano infatti la questione delle politiche industriali ai Paesi membri. A livello europeo, la società Airbus è nata da un progetto di collaborazione franco-tedesca a cui si sono poi associati altri Paesi.
Il tema certamente piace ai francesi. Parlando lunedì a Bruxelles, il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha chiesto «un new deal per la politica industriale europea», sottolineando la necessità di semplificare le regole sugli aiuti di Stato e di garantire acquisti Made in Europe negli appalti pubblici. In un documento fatto circolare questa settimana, Parigi fa propria l’idea, sostenuta peraltro dalla signora von der Leyen, di un fondo sovrano da mettere in piedi entro la fine dell’anno.
Nel contempo i Ventisette discutono di modifiche alle regole sugli aiuti di Stato in modo da finanziare il rilancio industriale (si veda Il Sole 24 Ore di sabato). Germania e Francia chiedono cambiamenti generosi. L’Italia è più cauta: «Il semplice allentamento delle regole sugli aiuti di Stato non è una soluzione perché sarebbe sproporzionato avvantaggiare gli Stati membri che godono di un margine di bilancio più ampio», ha detto ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo un resoconto del Tesoro.
* Articolo integrale pubblicato sul Sole 24 Ore del 18 Gennaio 2023
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