Gite a scuola e sicurezza, irregolare un pullman su 6: multati 6.511 bus in due anni
Fonte: https://www.corriere.it
L’ultimo in ordine di tempo è stato bloccato a Turano Lodigiano, in Lombardia. Alle 8 del mattino, il conducente dell’autobus aveva un tasso alcoolemico di 1,79 grammi per litro di sangue: era praticamente ubriaco. Per il Codice della Strada il tasso deve essere zero. L’autista doveva accompagnare a Genova una scolaresca di 80 bambini. Ad aprile, in provincia di Chieti, i poliziotti hanno fermato, prima della partenza, un bus con 2 pneumatici completamente lisci e tre cinture di sicurezza rotte. A Torino, invece, un pullman, del 1996 e con la revisione scaduta, era stato riverniciato e ritargato. Purtroppo non si tratta di tre casi isolati.
Il bilancio dei controlli
Dal febbraio del 2016 al 31 maggio 2018, la Polizia stradale ha controllato il 43 per cento dei pullman adibiti a trasporto scolastico (43.061 bus): il 15 per cento presentava irregolarità. «Di questi 31.023 erano stati segnalati dai presidi nell’ambito della campagna “Gite scolastiche in sicurezza” — spiega Roberto Sgalla, a capo di tutte le specialità di Polizia — nata da una collaborazione con il ministero dell’Istruzione (Miur)». Ebbene, 3.226 veicoli presentavano un ampio campionario di infrazioni: 1.948 multe sono state comminate per pneumatici lisci, cinture di sicurezza non funzionanti, fari guasti, estintori inefficienti e uscite di sicurezza inagibili. I verbali per mancata revisione sono stati 93, 55 per l’assicurazione e 84 per irregolarità nel servizio di noleggio con conducente. Gli autisti, invece, non avevano rispettato le alternanze fra tempi di guida e riposo per 985 volte, e avevano superato i limiti di velocità in 739 casi. Sono state infine ritirate 121 patenti e 158 carte di circolazione.
Il giro d’affari
Secondo uno studio dell’Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori (Anav) e Isfort — su dati del Touring Club Italiano — il 96 per cento delle Scuole medie e il 54 per cento delle Superiori scelgono l’autobus come mezzo di trasporto per le gite, anche per mete estere (55%). Il bacino potenziale coinvolge circa 7 milioni di studenti, anche se negli ultimi 8 anni c’è stato un calo nelle partecipazioni del 13 per cento. I motivi? I timori dei genitori legati alla sicurezza, la crisi economica e la minore disponibilità degli insegnanti ad accollarsi un eccesso di responsabilità.
Le gite e le leggi
Dal 1999 gli Istituti hanno piena autonomia e a inizio anno stabiliscono mete e date. Per la compilazione dei bandi, devono attenersi ad una ragnatela di norme generali: atti negoziali delle istituzioni scolastiche, decreti ministeriali, linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione e del Miur. Per esempio, i Dirigenti scolastici «…devono accertare con la massima diligenza l’assoluta affidabilità dell’agenzia di viaggio o della ditta di autotrasporti» e nella scelta di un servizio di trasporto si basino «non solo su criteri di carattere economico, ma tengano in primaria considerazione alcune garanzie di sicurezza».
Le gare poi devono rispettare il Codice degli appalti e le procedure cambiano a seconda degli importi. Sotto i 2.000 euro si può affidare direttamente; fra i 2.000 e i 135.000 euro, ovvero nella maggior parte dei casi, serve la «procedura negoziata semplificata», a cui vanno invitate almeno 5 società. «I bandi sono spesso diversi fra loro — spiega Simona Bigli del Touring club italiano — e le graduatorie sono stilate sommando i punteggi assegnati alla categoria degli hotel o ai mezzi di trasporto. Succede, però, che alcune graduatorie diano al prezzo una valutazione molto più alta delle altre voci». La gara poi si aggiudica con riserva, sino a quando gli istituti non ricevono tutta la trafila di documenti, fra cui la regolarità contributiva dell’impresa, l’assicurazione del mezzo e la revisione. Sulla carta quindi è spesso tutto perfetto.
Sulla strada è sempre tutto a posto
«In strada scopriamo i trucchetti — dice Luigi Altamura, comandante dei vigili di Verona — come la reimmatricolazione per partecipare a gare che prevedono mezzi più nuovi, o l’impiego di autisti pensionati non contrattualizzati, che magari non rispettano il tempo di pausa obbligatorio, perché non hanno accanto il secondo guidatore facoltativo. Per questo le scuole veronesi entro 30 giorni dalla gita, possono scriverci una mail e, poi, mezz’ora prima della partenza arriviamo». Secondo il Presidente di Anav, Giuseppe Vinella: «Quando il preventivo è troppo basso, le scuole devono mettersi in allarme, perché la maggior parte dei costi sono fissi, e la differenza fra una gita insicura e una sicura spesso è di 5 euro a persona. Se consideriamo i morti in incidenti, un viaggio su un bus da turismo è 40 volte più sicuro che in auto». L’Anav lancia un appello al Miur: «Stabiliamo uno schema d’appalto unico che metta dei paletti come l’obbligo di usare mezzi EuroV o VI».
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