La Corte di Cassazione, con Sentenza n. 24751/2016, conferma l'annullamento di verbale perché lo stesso indica che non era stata fatta la contestazione immediata ex art. 201 C.d.S. per reato accertato su strada extraurbana, ove è possibile installare autovelox automatici, ma al di fuori dellarea esclusa dallobbligo di contestazione immediata per decreto prefettizio.
Perfezionato lo scambio di notifiche previsto per l'entrata in vigore dell'Accordo sulla Cooperazione di polizia e doganale tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio Federale svizzero. Lo segnala il Ministero degli Affari Esteri con comunicato pubblicato il 6.12.2016
Accertamenti ex. Art. 126 bis C.d.S. e censure in giudizio per mancata comunicazione dell'Anagrafe: nel rilevare che, in alcuni casi, l'Amministrazione non si è costituita ed è stata quindi dichiarata contumace, il Ministero, con Circolare prot. 25476/2016, ribadisce che la costituzione in giudizio è obbligatoria sia per difendere i propri provvedimenti, sia per evitare condanne alle spese e quindi all'erario, sia infine per ragioni di immagine dell'Amministrazione
Il Consiglio di Stato ritiene che vada ribadito l'orientamento per il quale la licenza di porto d'armi non può essere rilasciata (e quella già rilasciata va ritirata) nel caso di condanna per un "reato ostativo" previsto dall'art. 43 c. 1 TULPS, pur quando l'interessato abbia ottenuto la riabilitazione, disciplinata dall'art. 178 C.P.
Guida in stato di ebbrezza alcolica ex art. 186 c. 2 lett. B) C.d.S.: se dagli scontrini dell'etilometro non si desumono difetti di funzionamento dell'apparecchiatura, allorquando le prove vengono effettuate con etilometro regolarmente omologato e revisionato ed hanno dato esito positivo, è onere dell'imputato fornire una prova contraria a tale accertamento. Lo ribadisce la Corte di Cassazione con Sentenza n. 50783/2016
Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione del c.d.
La maggiore occupazione senza titolo di suolo pubblico integra sempre un comportamento illecito rispetto al quale l'ordinamento giuridico legittimamente appronta misure repressive ed al contempo sanzionatorie e dissuasive. Sia l'occupazione totalmente abusiva che quella abusiva in ampliamento si reggono, infatti, sul medesimo presupposto rappresentato dalla occupazione di suolo pubblico senza titolo. Lo ribadisce il TAR Lazio con Sentenza 11334/2016